Teatrografia


La terza faccia della medaglia

30 marzo 2000

Quando si cominciò a parlare della quarta dimensione tutti gridarono allo scandalo. È la sorte di ogni nuova scoperta. In misura largamente più ridotta si può dire della terza faccia della medaglia, che in senso figurato rappresenta la realtà; e la realtà, in una visione riduttiva, è comunemente ritenuta “portatrice sana” di due facce: il verso e il rovescio.


Tu, musica assassina

14 gennaio 2000

La tendenza al crimine, intesa come devianza dalle norme del vivere civile (e come potrebbe essere intesa altrimenti?), non corrisponde ad un preciso segno sul volto e negli occhi del possibile criminale. E, con buona pace di don Cesare Lombroso, è una gramigna che, se sottoposta ai raggi solari di un forte movente, può germogliare anche all’interno di coloro di cui diresti: “Ma che brave persone!”


Babà di nonna sua

23 dicembre 1999

La bimba in carrozzina, che la solerte nonna culla a intervalli regolari (e che noi non vedremo mai), di certo non conosce ancora “L’arte di prender sonno” a firma di Jean Paul Richter, manuale per insonni in auge nel diciannovesimo secolo. Perché dovrebbe conoscerlo, del resto?


La fabbrica delle creature

22 luglio 1999

Essere o non essere, è soltanto una scelta. Essere genitori o no, anche. Ma non è questo il caso di Ersilia, che si è vista negare da una natura ostinata ogni ansia di maternità.


Andate all’inferno – Viaggio nel sottosuolo napoletano

28 maggio 1998

Una catabasi è pur sempre una catabasi, riconosciamolo! Non capita tutti i giorni di scendere la scalinata che mena agli inferi, gironzolare mescolati ad un nutrito gregge di anime in pena, e quindi uscire, di lì a qualche oretta, a riveder le stelle.


Chichibio

27 marzo 1998

Chichibio è villano di condizione e cuoco di mestiere. Chichibio non ha beni al sole, non ha uno zio prete sui cui lasciti poter far conto, non può vendere la sua spada al migliore offerente perché, fatte le dovute eccezioni per coltelli e seghetti e trinciatrici da cucina, non può annoverare tra i suoi scarni possedimenti neanche lo straccio di una lama.


Facchini

27 settembre 1997

Che razza di luogo è quest’Hotel Pliskoskaya, dove la clientela latita e i due facchini sono occupati tutto il giorno a giocarsi ricordi intimi, neanche veri per giunta? Un parziale chiarimento ce lo fornisce il direttore dichiarando che tiene in piedi l’attività alberghiera nell’attesa di tempi più propizi che non possono non arrivare.


L’isola purpurea

28 giugno 1997

Ogni volta che il mestiere mi porta a confrontarmi con un classico mi si ripropone lo stesso problema: se voglio portare a termine il mio lavoro con dignità non ho scampo, io quel classico lo devo odiare. Con tutto il mio spirito. Se lo amo, sono perduto. Dall’amore all’adorazione il passo è breve. E l’adorazione è un sentimento passivo, che il più delle volte si esprime attraverso la pura contemplazione. .


Pagina 2 di 512345