Disturbi di memoria


Registrata alla SIAE l’22 febbraio 1988 n° 357926A

Archivio n° 35

Due uomini sulla cinquantina: l’uno riservato, l’altro prodigo della propria intimità; l’uno attento a non offendere il comune senso del pudore, l’altro capace di pensare e dire soltanto cose spudorate; l’uno morbosamente geloso dei ricordi, l’altro pronto a metterli all’asta.

Anche nella professione i due non potrebbero essere più dissimili, più antitetici, dal momento che il primo è un tecnico del diritto, uno stimato penalista che trasuda rigore e deontologia, mentre il secondo commercia in prodotti non meglio identificati, e trasuda, trasuda alla lettera.

Due tipi come questi, presi separatamente, ancora non sarebbero in grado di dare vita a un caso – la vita è bella perché è avariata, si diceva nell’avanspettacolo – se il Caso non congiurasse opportunamente per farli incontrare. O meglio rincontrare.

La premessa della vicenda, in verità, è delle più plausibili: il Riservato e lo Spudorato a suo tempo sono stati compagni di scuola. L’occasione per cui si ritrovano, magari, è un tantino più inconsueta: lo Spudorato, approfittando di una coincidenza aerea, un pomeriggio riemerge dal tempo che fu e si presenta dal Riservato.

E con quella breve visita gli manda al diavolo non soltanto il pomeriggio.

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