Le tre verità di Cesira


Registrata alla SIAE il 18 febbraio 1989 n° 361455A

Archivio n° 43

Madrenatura, la madre di tutte le madri, impegnata com’è a pensare alla ruota del pavone, al corno del rinoceronte e via dicendo, può anche avere qualche ‘passaggio a vuoto’, come si usa dire nel linguaggio tennistico. Chi è senza distrazioni scagli la prima accusa.

E così Cesira, popolana discendente da una famiglia di “acquaiuoli”, ossia gestori di chioschi in cui si vendono dalle acque ‘sine nobilitate’ alle bibite più fornite di blasoni liquidi, nell’età dello sviluppo è costretta ad assistere inerme alla crescita, a spese del suo labbro superiore, di un paio di baffi setolosi e inestricabili come una foresta subtropicale.

Per il vello che a volte deturpa le più belle gambe femminili c’è pronta la ceretta. Per il boschetto sotto le ascelle si può sempre ricorrere al provvidenziale aiuto di un rasoio. Lo stesso vale anche per i baffi, dirà più d’uno.

Ma Cesira non vuole dissipare il suo prezioso tempo ogni mattina. E poi, nella fattispecie il rasoio dovrebbe ritirarsi in buon ordine, par far posto ad un più funzionale falcetto, di quelli in dotazione ai giardinieri. La donna, inoltre, non è fatta della stessa pasta di quelle che non accettano il naso adunco o il mento a lampada di Aladino, e si spericolano in operazioni di plastica facciale (che, detto fra noi, a volte rende le sue vittime meno avvenenti di prima).

E dunque tutti a bere dalla donna con i baffi aranciate, limonate, chinotti, acque sulfuree, gassose e il ben noto Diego Armando Maradona, un miscuglio di ingredienti molto poco esotici se si eccettuano i detriti di un’arachide a conclusione del manufatto!

Finché un bel giorno compare un signore con uno strano aggeggio, molto simile alle più competitive telecamere, e con flemma da professionista lo sistema su un tre piedi e lo punta sull’acquaiola.
Sollecitata nella sua vanità di esemplare unico e irripetibile, Cesira svelerà non una ma ben tre verità (tre per quanti sono i canali della TV di stato), verità delle quali sarei pronto a mettervi a parte se non fossi un furbo di tre cotte, nonché a conoscenza di quella buona norma che suggerisce di non spifferare ai quattro venti lo sviluppo e la conclusione di un giallo (anche se in questa sede si tratta piuttosto di un verde, o un rosso amaranto, o un nero fumo di Londra, o come più vi aggrada).

BIBLIOGRAFIA

Ritratti di donne senza cornice
Collana Dionisio segni, testimonianze, presenze
a cura di Angelo SCANDURRA
IL GIRASOLE Edizioni, aprile 1990

Auteurs en scène
Èditiones LES PRESSES DU LANGUEDOC, maggio 2003 n. 5
Collana Théâtre d’oc… et d’ailleurs
Traduzione in lingua francese a cura di Valeria TASCA

PRODUZIONI: Le tre verità di Cesira